Parole Ben(E)Dette, laboratorio scolastico dedicato alla comunicazione non violenta
Combattere il linguaggio violento a partire dall’uso consapevole delle parole. È questo l’obiettivo del laboratorio di Comunicazione Empatica Efficace “Parole Be(E)dette” promosso dalla Valore Coaching Academy, coordinato dalla Dottoressa Ermelinda Gulisano, Trainer NLP del dottor Richard Bandler e rivolto agli adolescenti catanesi dai 12 ai 18 anni.
Proprio in occasione dell’8 marzo 2023, “Parole Ben(E)Dette” approda alla scuola media Italo Calvino di Catania per permettere agli studenti delle terze classi di sperimentare in maniera pratica e interattiva l’impatto positivo delle parole sui pensieri e sulle emozioni.
Nonostante abbiano assunto una nuova dimensione attraverso il web e i social, le cause profonde del linguaggio sessista e discriminante precedono la diffusione della tecnologia e sono legate a profonde diseguaglianze di genere che nascono proprio a partire dalle parole.
<<Attraverso l’ascolto profondo, attivo dell’altro – afferma Ermelinda Gulisano – e gli strumenti preziosi della Programmazione Neurolinguistica è possibile intervenire sui processi di costruzione di stereotipi, pregiudizi e discriminazioni nel linguaggio quotidiano. Insegnerò ai ragazzi e alle ragazze che possiamo nutrirci di parole che fanno bene e imparare a considerare il peso di ogni singolo termine. Le parole, se conosciute a fondo e usate al meglio, possono modificare moltissimo la percezione delle esperienze che viviamo e avere un impatto potente nelle relazioni e nel rapporto con noi stessi>>.
L’obiettivo del laboratorio “Parole Be(E)dette” è favorire un maggiore rispetto nelle relazioni, una riduzione dei comportamenti violenti rispetto al genere, un maggiore equilibrio nelle scelte scolastiche e lavorative.
Come? Stimolando ragazze e ragazzi a riconoscere stereotipi e pressioni culturali, a non farsi condizionare dalle aspettative nei confronti del loro corpo e dei loro comportamenti. A progettare e sognare un futuro basato sui propri talenti e le proprie potenzialità e non sulle prescrizioni culturali. E a riconoscere e a difendersi da eventuali soprusi e ingiustizie, proprio a partire dalle parole.